16.12.06

METAL ZONE - IT

SUPERLATIVO! Quanti di noi hanno sofferto, anche se ragazzi, a quella che io definisco la fine dei Deep Purple, l’uscita di Blackmore (ormai perso tra vestiti medievali e carole natalizie) dal gruppo e la fine di un era, la fine di quella definita Mark III, delle successive “Mark” fino al pietoso tentativo di tenere vivo qualcosa di morto da anni, non voglio neanche parlarne. I Deep Purple (Mark II e III) ci hanno regalato brani che sono rimasti nei nostri cervelli e noi nostri cuori e che hanno fatto la storia della musica, quella senza tempo. Ma come tutte le cose storiche e come affermava quel genio di Giambattista Vico ci sono i corsi e i ricorsi storici e noi abbiamo la fortuna di rivivere un grande ricorso storico, i Wicked Minds. Definirli grandiosi è poco, definirli dei fenomeni è non rendergli onore, dei genii capaci di regalarci nel loro ultimo lavoro “Witchflower” momenti di hard prog psichedelico degno dei migliori Deep Purple e dei Jethro Tull degli anni settanta, dove, di nuovo, un Hammond la fa da padrone regalandoci passaggi da brivido e lasciandoci senza parole, un grandioso Paolo Negri. Brani impreziositi dalla stupenda voce di J.C.Cinel (degno del migliore Gillan), e dalle trame (da vero tessitore) chitarristiche di Lucio Calegari e, come nei Deep Purple, Andrea Concarotti (batteria) e Enrico Garilli (basso) stendono un delizioso e perfetto tappeto musicale. Brani come “Here comes the King”, molto Deep Purple accompagnata dal inimitabile suono del Hammond e da un arrangiamento perfetto e molto incisivo, molto anni settanta o “Before the morning light” dove un intro di chitarre stupendo ci introduce verso sentieri piu dark ma caratterizzato da un songwriter indimenticabile. Un discorso a parte merita la title track che sembra uscita da “In rock” dove si torna ai fasti del passato con un duello tra chitarre (logicamente vintage) e Hammond, indescrivibile da “pelle d’oca”. Poteva mancare la ballad e oltretutto acustica, no ed infatti troviamo “Burning tree” dove i Wicked Minds ci sorprendono nuovamente con l’inserimento, peraltro azzeccatissimo del flauto. C’è la ballad e non c’è il brano lungo, ma per carità i Wicked Minds c’è l’hanno messa tutta per “sconvolgerci” e c’è l’hanno fatta con “Black Capicorn Fire” ci regalano otto minuti in perfetto stile Jethro Tull. Allora, il progressive l’abbiamo trovato, l’hard rock anche e con “Sad woman” troviamo anche lo “space rock” dove i synth la fanno da padrone introducendo riff di chitarra che negli anni settanta avrebbero fatto impazzire di gioia i cultori di questo sound. Per ultimo segnalo due gioielli “Scorpio Odissey” prog psichedelico senza eguali, e “Soldier of fortune” la cover del brano dei Deep Purple, tratta da “Stormbringer” del 1974. Se tutto questo non vi basta, se quasi ottanta minuti di musica a livelli altissimi non vi basta, vi segnalo che il lavoro è in confezione cartonata o digipack, peraltro realizzata molto bene e con un libretto di sedici pagine con i testi e inoltre c’è un bonus DVD con videoclip, spezzoni di concerto e un bonus audio di altri sette brani. Il lavoro esce sotto l’ala protettrice della Black Widow Records, come per il precedente lavoro dei Wicked Minds “From the purple skies”, anche in formato vinile. In conclusione, questo lavoro non deve assolutamente mancare nella discografia di nessuno, è una cosa talmente bella, uno di quegli album in cui raramente capita di imbatterci e ascoltarli. Un capolavoro capace di trasmetterci emozioni e ricordi unici. Grandiosi, grazie Wicked Minds e grazie Black Widow per ottanta minuti di vera musica.