8.10.06

MOVIMENTIPROG

Hanno fatto le cose in grande i Wicked Minds. Com'è grande il loro hard rock: importante, confezionato per bene, competitivo con quello aggressivo della Scandinavia, con i giusti agganci al prog e alla psichedelia e interessanti concessioni alla melodia, con un magistero esecutivo degno dei miti degli anni '70. Tutto questo rende il loro hard rock davvero il n. 1 a livello europeo, con "Witchflower" arriva la consacrazione definitiva. Confezione di lusso con cd e DVD live, il quarto disco dei piacentini è una sequela scoppiettante e serrata di nuovi classici, dalla rielaborazione di "Through my love" (un pezzo del 1993, oggi calibrato a dovere e con intelligenza) all'epica "A child and a mirror", che sembra spuntar fuori da un lontano scorcio di Europa rock tardo-Sixties e fa il paio con l'eccitante "Before the morning light", costruita su un irresistibile riff Gibson/Hammond. Dicevamo di prog: la struttura più complessa e ricca di sfumature di "Scorpio odissey" - con intervento di flauto e sax - sicuramente soddisferà i palati più fini. Dalla botta purpleiana di "Here comes the king" e "Shadows' train", luminose e dinamiche, all'oscuro heavy rock di "Sad woman", che si sviluppa con un esaltante intensità. Una miscela di chitarre rampanti, hammond statuario, ritmiche rocciose, un canto titanico e un groove impressionante, energia, sudore e carne. La cover di "Soldier of fortune" non serve tanto a mostrare l'amore del gruppo per i Deep Purple, quanto la capacità di prendere un classico più "defilato" di Blackmore per rinvigorirlo. I WM si ispirano ai migliori Deep Purple, sia quelli degli esordi che quelli più popolari della Mark II, ma anche a Uriah Heep, Captain Beyond, al primo prog di Rare Bird e Quatermass; il suono però è moderno, la concezione e il risultato sono attuali, inutile dire che si tratta di musicisti esperti, che sanno dove spingere sia nei riff che negli assoli (hammond e chitarra davvero da manuale, basta guardare il DVD). La title-track è un macigno, un sound tipicamente hard, con echi beatlesiani e l'hammond che fa da collante con sonorità progressive; da segnalare la misteriosa pausa acustica di "Burning tree" e la spiazzante "Black Capricorn Fire", un 5/4 gustoso nelle sue striature soul-funk e nel solo di flauto. Ancora più focalizzato e compiuto del precedente gioiellino "From the purple skies", "Witchflower" è semplicemente un disco di grande rock. Da non perdere. RATE 8/10 Recensito da Donato Zoppo