ROCKLAB - Italy
Autore: Samuele Boschelli Pochi dischi di psych prog contemporaneo mi hanno esaltato come “Witchflower”, secondo album su Black Widow dei Wicked Minds. Nella fattispecie, si è di fronte ad una formazione (italiana) dedita all’esplorazione di un suono classico nei riferimenti a certo hard psych prog di settantiana memoria, in cui chitarre vigorose si distendono meravigliosamente su spettacolari e massicce dosi di tappeti di hammond che mi hanno tenuto incollato alla poltrona. Il tutto impreziosito dalla straordinaria ugola di J.C. Cinel, potente e graffiante singer della band. 12 composizioni, tutte bellissime e ispirate, tutte fedeli al verbo hard prog anni 70. Scendendo nel particolare, è davvero un piacere ascoltare le cascate di moog e hammond di Paolo Negri, uno dei chirurghi del suono Wicked Minds, in brani come “Here Comes The King”, composizione vicina a certe cose dei migliori Deep Purple che risplende per ispirazione e palesa una certa cura negli arrangiamenti, davvero sublimi ed efficaci nell’intento di ricreare le suggestioni tipiche degli anni 70. Si fa largo anche un certo gusto dark nella successiva “Before The Morning Light”, soprattutto nell’intro, dove bellissime frasi di chitarra lasceranno un segno indelebile nella vostra memoria. Il brano successivamente si snoda sui soliti sentieri hard prog, senza tralasciare una certa dose di acid rock. E che dire della title track: davvero un brano d'altri tempi, in cui chitarre vintage duellano con hammond fumosi, come da miglior tradizione hard prog. Stupenda la ballata acustica “Burning Tree”, in cui trovano spazio anche azzeccatissime partiture di flauto. L’ascolto continua attraverso gli oltre otto minuti di “Black Capicorn Fire”, che paga qualche dazio di troppo ai Jethro Tull pur mantenendosi bellissima, lo space rock di “Sad Woman”, con straordinari synth in evidenza che anticipano un riff di chitarra che non avrebbe sfigurato in qualsiasi disco degli anni 70 e un chorus a dir poco straordinario, e il dark prog psichedelico di “Scorpio Odissey”, un piccolo gioiello. Chiude questo magnifico album una bellissima cover di “Soldier of fortune” dei Deep Purple. Da segnalare la presenza di un bonus dvd con videoclip e immagini dal vivo della band. Acquistare a scatola chiusa.
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